Cosa serve per esportare vino all’estero

Che cosa è necessario per esportare vino all’estero? Questa è la domanda che si deve porre chiunque abbia in mente di attuare questa strategia, che necessita di una progettazione ben precisa. Bisogna pensare ai costi di trasporto, agli obblighi, alle accise doganali, alle norme, alle clausole: tutti aspetti che in genere variano da un Paese all’altro, e che proprio per questo motivo devono essere studiati con la massima attenzione.

Gli export manager delle aziende del settore devono essere consci delle norme e delle novità in vigore nei vari Paesi. Vediamo, dunque, quali sono le certificazioni e i documenti da cui non possono prescindere le imprese del vino, sapendo che ormai gli strumenti digitali sono essenziali.

La dichiarazione di esportazione doganale

La dichiarazione di esportazione doganale viene indicata dalla sigla EU1 per i prodotti che devono raggiungere i Paesi EFTA, vale a dire quelli che fanno parte dell’Associazione Europea di Libero Scambio; la lista comprende, fra gli altri, la Svizzera, la Norvegia e l’Islanda. Per i Paesi non EFTA, invece, la sigla di riferimento è la EX1.

esportare vino all'estero

In diversi Paesi la dichiarazione doganale che viene richiesta deve includere:

  • i documenti di trasporto;
  • la lettera di vettura o la polizza di carico;
  • la fattura export con l’importo complessivo della merce.

Inoltre, può essere richiesto il certificato sanitario per l’esportazione insieme con la conferma d’ordine e fattura o la copia del contratto di vendita.

Ancora, vale la pena di citare l’etichetta in cui devono essere indicate non solo la denominazione del prodotto e la data di produzione, ma anche la conservazione, la licenza, le informazioni del distributore, i recapiti del produttore, il peso, gli ingredienti e la loro proporzione: tutte queste informazioni devono essere tradotte nella lingua del Paese in cui avrà luogo l’esportazione. Uno strumento flessibile in tal senso è l’etichetta digitale collegata a un QR Code che può contenere numerose traduzioni delle informazioni sopracitate, in base ovviamente alle necessità degli utenti.

In diversi Paesi poi la prassi non può prescindere da analisi di laboratorio, recapiti, partita Iva, dati di spedizione, nome del Paese e codice.

Le differenze tra i vari Paesi

Il problema è che ogni Paese può richiedere dei documenti specifici: per esempio il Canada e gli Stati Uniti vogliono il Bioterrorism Act, che invece non è necessario in Cina.

È utile tenere conto del fatto che non solo le informazioni, ma anche le dimensioni delle etichette devono rispettare gli standard definiti dal singolo Paese, che possono essere diversi.

Come esportare il vino in Svizzera

Se si ha in mente di esportare il vino in Svizzera, può essere utile sapere che questo Paese ha eliminato l’obbligo di certificazione dei vini italiani che vengono importati nel Paese. Ad ogni modo è facoltà degli importatori richiedere comunque questa certificazione per specifici bisogni. La Svizzera, come abbiamo visto in precedenza, è uno dei Paesi che fanno parte dell’EFTA, pur non essendo membro della UE.

Tra la Svizzera e gli altri Paesi europei vige comunque un Accordo Bilaterale che vige dal 2006. In base a questo accordo, denominato EUR1, le merci che arrivano dai Paesi europei beneficiano di un regime preferenziale. Nel caso di spedizioni il cui valore non superi i 6mila euro, è possibile sostituire il documento EUR1 con una dichiarazione prodotta dallo stesso esportatore che consenta di identificare i prodotti vinicoli.

Essi richiedono informazioni dettagliate a proposito delle accise, del valore Iva e di ulteriori tassazioni eventuali, dal momento che sono equiparati a qualunque altro tipo di prodotto alimentare per ciò che riguarda il trasporto.

Come esportare il vino in Russia

Qualora fra i Paesi destinatari ci sia la Russia bisogna pensare alla dichiarazione di conformità EAC (EurAsian Conformity) dei prodotti. Si tratta di una specie di autocertificazione attraverso la quale si attesta che gli standard alimentari previsti nel Paese sono rispettati.

È indispensabile collaborare con un partner estero per procedere alla registrazione, richiesta dalla legge in vigore in Russia, del Certificato Statale per la tutela dei consumatori.

Nelle etichette dei prodotti ci devono essere alcune diciture standard, fra cui quelle relative al marchio produttore, alla data di imbottigliamento, al nome del prodotto, al contenuto di zucchero, al Paese di origine, alla presenza di OGM, al contenuto di alcol etilico indicato in percentuale rispetto al volume e al nome del produttore. Inoltre, ci deve essere un’avvertenza rivolta ai consumatori a proposito dei danni che possono essere provocati da un consumo eccessivo di alcol.

Come approcciare il mondo delle esportazioni

Come si può intuire, decidere di esportare il vino in uno o più Paesi stranieri è una vera e propria sfida che presuppone una completa conoscenza del settore.

Ecco perché vale la pena di affidarsi a un export manager e in generale informarsi su tutto ciò che può essere necessario per rispettare le norme in vigore nei Paesi di destinazione in termini di documenti richiesti.

Se inoltre desideri rendere più efficace la comunicazione della tua azienda vinicola potresti ricorrere alla cosiddetta etichetta digitale, che, come ti abbiamo accennato in precedenza, può contenere traduzioni in diverse lingue di tutte le informazioni che concernono il vino. Ma non solo: si tratta di uno strumento che può essere sfruttato in molteplici modi. Se sei interessato ad approfondire questo argomento, non esitare a scriverci: troverai in QuvéeR un valido punto di riferimento per tutte le tue necessità.

 

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