A partire dal 1° Gennaio 2023 potremo in teoria non doverci più preoccupare di dove gettare gli imballi. Infatti per tutti gli imballaggi saranno rese obbligatorie le nuove etichette che conterranno non solo le indicazioni riguardanti i materiali, ma anche le istruzioni per riciclarle, secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 116/2020.
In previsione dell’entrata in vigore, a sostegno delle imprese sono state emanate le linee guida dal ministero della Transizione Ecologica.
È un documento formato da 45 pagine che è stato messo a punto sulla base dei suggerimenti forniti da Conai, il Consorzio nazionale imballaggi.
Le informazioni sulle etichette
Le etichette ambientali potranno e dovranno contenere informazioni di tre livelli. In particolare:
- il primo livello corrisponde alle informazioni necessarie, che sono quelle che consentono di adeguarsi alla norma;
- c’è, poi, il secondo livello, che ha a che fare con le informazioni definite come altamente raccomandate, utili per aumentare il livello di efficacia della comunicazione;
- il terzo livello, infine, è rappresentato dalle informazioni raccomandate, grazie a cui le etichettature possono essere arricchite con contenuti preziosi per una raccolta di qualità.
I suggerimenti
Prima di tutto viene consigliato di specificare la tipologia di imballaggio attraverso una descrizione del contenitore (per esempio la lattina, la bottiglia, e così via) o per esteso o mediante una rappresentazione grafica.
Lo stesso dicasi per le varie componenti che possono essere separate in modalità manuale.
Dopodiché tocca alle due tipologie di informazioni necessarie: la prima è rappresentata dalla codifica che identifica il materiale di imballaggio di ognuna delle componenti separabili, come Pap, Pet, e così via; questi codici sono stati definiti nella Decisione 129/97/CE, nella quale è possibile individuare il codice alfanumerico nonché la denominazione del materiale.
L’altra tipologia di informazione necessaria è l’indicazione sulla raccolta dove è consigliabile utilizzare la formula “Raccolta (famiglia di materiale)” e di invitare il consumatore a verificare le disposizioni del proprio Comune.
Per quel che riguarda le informazioni consigliate, viene suggerito di proporre dei consigli per una raccolta differenziata che sia di qualità: per esempio separare l’etichetta, oppure sciacquare i contenitori prima che gli stessi vengano conferiti all’interno dei bidoni.
I componenti separabili manualmente
Si parla di componenti separabili manualmente per indicare quelle parti che possono essere completamente separate dagli utenti, eccezion fatta per irrisori residui di materiale che potrebbero rimanere attaccati in seguito alla separazione, usando semplicemente le mani, senza pericoli e senza che ci sia bisogno di altri utensili.
Nel caso in cui vi siano dei sistemi di imballaggio formati da un corpo principale e componenti accessorie diverse che non possono essere considerate separabili manualmente, è indispensabile che le etichette indichino la codifica identificativa del materiale che forma il corpo principale, oltre alle indicazioni relative alla raccolta.
Qualora ce ne sia la possibilità, è utile segnalare la codifica del materiale delle componenti che non sono separabili manualmente, a proposito delle quali però non si deve fornire l’indicazione sulla raccolta.
I codici colore e i materiali
La norma UNI 11686 stabilisce colori ed altri elementi identificativi visivi volti all’individuazione del contenitore dove conferire una determinata tipologia di rifiuti. In questo modo i cittadini hanno la possibilità di effettuare la raccolta differenziata in maniera corretta in qualunque posto si trovino, anche a distanza dal luogo di residenza che sia per motivi di lavoro o come turisti.
I colori individuati sono:
– blu per la carta;
– giallo per la plastica riciclabile;
– marrone per l’organico;
– grigio per l’indifferenziato;
– verde per il vetro;
– turchese per i metalli.
Nelle indicazioni di smaltimento presenti sugli imballaggi, questi colori possono essere utilizzati accompagnati alla denominazione del materiale, rendendo quindi ancora più forte la connessione tra il rifiuto ed il colore del bidone dove deve essere conferito.
Adottare un sistema standardizzato offre quindi numerosi vantaggi, tra tutti la maggiore comprensibilità per i cittadini su come effettuare la raccolta differenziata che si traduce in un aumento di qualità della raccolta stessa.
I canali digitali
Gli obblighi previsti dalla normativa sulla nuova etichetta ambientale possono essere rispettati anche tramite l’impiego di canali digitali, come per esempio siti web, codici QR o applicazioni. Si tratta di sistemi che possono andare a integrare le informazioni che sono presenti sugli imballaggi o addirittura sostituirle del tutto, indirizzando gli utenti a una pagina dedicata garantendo però che l’accesso alle informazioni sia diretto e semplice.
Nel caso in cui ciò succeda, è importante che nel punto di vendita – virtuale o fisico che sia – o sul contenitore siano presenti le istruzioni utili ai cittadini per conoscere attraverso i canali digitali le informazioni ambientali.
L’utilizzo di strumenti digitali viene incoraggiato sia dal CONAI quanto dal Ministero della Transizione Ecologica, che nella circolare n. 52445 del 17 maggio 2021 ha sottolineato quanto tali strumenti siano coerenti con il processo di innovazione tecnologica e semplificazione.
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