Bianco Frizzante Veneto IGT – Cicale – Ca Avignone

AREA DI PRODUZIONE Colli Euganei (Veneto)

SUOLO Marna, Argilla, suolo vulcanico

PRODUZIONE ANNUALE 5’500 bottiglie (2021)

ALTITUDINE DEI VIGNETI Da 50 a 200 m slm

n. ETTARI VITATI 1 ha circa

DENSITÀ DELLE COLTURE 2800-3000 piante/ha

RESA 50/75 q/ha

VARIETA 100% glera

ETÀ DELLE VIGNE Circa 25 anni

VINIFICAZIONE Raccolta manuale dei grappoli; macerazione sulle bucce in acciaio per 7-15 giorni senza controllo della temperatura con lieviti indigeni

MATURAZIONE 10 mesi in acciaio senza fecce a temperatura controllata (circa 23°C) in cui avviene la PRIMA fermentazione naturale. Imbottigliamento con aggiunta di mosto non fermentato (di Moscato). La seconda fermentazione spontanea (con conseguente spumantizzazione x rilascio di CO2) avviene in bottiglia tra mosto e lieviti indigeni.

AFFINAMENTO almeno 2 mesi in bottiglia

LONGEVITA Si evolve fino ai 5 anni dalla presa di spuma

NOTE Non filtrato, solo lieviti indigeni, senza zuccheri aggiunti, senza additivi. Il Cicale è un vino frizzante con un perlage lieve, la bottiglia registra una pressione naturale di 2,5 bar

GRADAZIONE ALCOLICA 11,5%

ACIDITÀ TOTALE 3,4 g/l

RESIDUO ZUCCHERINO 0 g/l

FORMATO Bottiglia 0,75L

NOTE DI DEGUSTAZIONE Colore giallo dorato con riflessi ambrati. Al naso complesso, elegante e fruttato, ha un gradevole profumo di frutti a polpa bianca (in particolare pesca, pera, mela) con lievi note di salvia; mescendo i lieviti indigeni si enfatizza la crosta di pane. È un vino fresco e agile, con un perlage delicato e stuzzicante.
Buona acidità e spiccata sapidità dovute in primis alle caratteristiche del suolo dei Colli Euganei, di origine vulcanica e composto per il 50% da marna e 50% argilla. Il vino può essere degustato con i lieviti depositati, ritrovando un vino dal carattere trasversale ed equilibrato da tutto pasto oppure con lieviti in sospensione, con netta accentuazione del carattere citrino del vino rendendo unici abbinamenti con pietanze fritte e lievitati ma ritrovandolo anche fuori dai pasti.

I nostri enologi