Il mercato delle bollicine offre oggi una scelta davvero ampia, con vini prosecco o spumante per tutti i gusti e una platea di amanti ogni giorno sempre più ampia.
Brut, extra dry, dolce, millesimato e tanti altri termini ancora in etichetta; termini importanti per indicare prodotti vinicoli diversi ma di cui spesso non si conosce il significato.
In questo articolo cercheremo di spiegare il loro significato così da poter scegliere correttamente la prossima bottiglia che porterai a cena dai tuoi amici.
Vino Spumante
Il vino spumante è una delle categorie vinicole a norma del Regolamento UE 1308/2013 e viene definito come il prodotto ottenuto dalla prima e seconda fermentazione alcolica di uve fresche, mosto di uve o vino.
Alla stappatura della bottiglia, è caratterizzato da uno sviluppo di anidride carbonica proveniente esclusivamente dalla fermentazione.
La sovrapressione deve essere di almeno 3 bar a 20°C in recipienti chiusi e il titolo alcolometrico totale delle partite (la cuvées che spiegheremo a breve cosa significa) destinate alla sua elaborazione non può essere inferiore all’8,5% vol.
Alla luce di queste caratteristiche, possiamo dire che sotto l’ombrello della definizione di vino spumante possono essere incluse gran parte delle bollicine che conosciamo come prosecco, Franciacorta, spumante di Asti, Trento DOC e tutti i vini spumanti dalle altre parti d’Italia, come il Trabocco in Abruzzo.
Per capire le differenze, è dunque necessario capire come vengono prodotti.
I metodi di produzione dello spumante: il metodo Classico
Le metodologie di produzione del vino spumante sono principalmente 2: Metodo Classico (o Champanoise) e Metodo Martinotti (o Charmat).
Il metodo classico, inventato nel 1600 da l’abate Pierre Pérignon (da cui il famoso Champagne Dom Pérignon), ha delle fasi ben distinte.
Si parte con l’assemblaggio di più vini, solitamente bianchi, scelti appositamente per ottenere un risultato desiderato come ad esempio un certo grado di acidità piuttosto che un aroma fruttato.
Questa miscela di vini fermi di diversa annata, che hanno già fatto una prima fermentazione, prende il nome di Cuvée e viene imbottigliata insieme a zuccheri e lieviti aggiunti così da far partire la seconda fermentazione e quindi la produzione delle famigerate bollicine.
Se invece i vini scelti per la cuvée sono per l’85% della stessa annata, il vino spumante è un “Millesimato” e tale annata verrà riportata in etichetta.
La chiusura della bottiglia avviene tramite un tappo a corona dotato di bidule, un piccolo cilindro in plastica che sarà fondamentale nella fase finale di sboccatura (se vuoi ulteriori dettagli sui tappi per il vino, ne abbiamo parlato in questo articolo).
Tale fase viene chiamata presa di spuma ed è seguita da un periodo nel quale il vino riposerà sui suoi lieviti per un lasso di tempo che può variare da 18 mesi fino a diversi anni, in base anche quanto stabilito da eventuali disciplinari.
Durante questo periodo le bottiglie saranno progressivamente ruotate su se stesse e messe in posizione semi-verticale, con il tappo verso il basso (fase di reumage), così da permettere il deposito di fecce e lieviti esausti.
Durante la fase della sboccatura, il collo delle bottiglie viene immerso in una soluzione di glicole propilenico in modo che il sedimento presente sul collo e nel tappo si congeli e sia “sparato” fuori dalla pressione durante la rimozione del tappo a corona.
Subito avviene la fase del rabbocco al fine di compensare la perdita di prodotto dovuta alle operazioni di sboccatura. Viene effettuato il dosaggio ovvero l’aggiunta di altro vino e di uno sciroppo zuccherino ed è proprio In questa fase che si decide se il vino spumante sarà brut, dry o un altro dosaggio il quale dipende dalla dose di zuccheri immessi.
Ultima fase è la tappatura, che consiste nell’applicazione di un tappo in sughero o plastica che siano in grado di mantenere la pressione presente nella bottiglia.
Il Metodo Charmat o Martinotti
Inventato da Federico Martinotti nel 1895 e ulteriormente sviluppato dal francese Eugène Charmat nel 1910, questo metodo condivide diverse fasi della produzione con il metodo classico.
La differenza principale però è che nel metodo Martinotti vengono utilizzate autoclavi in acciaio a pressione e temperatura controllata per la seconda fermentazione.
Questo permette di ottenere una presa di spuma molto più veloce, con un periodo che varia da 1 a 6 mesi. Di contro, rispetto a vini spumanti ottenuti con il metodo classico, si hanno vini più leggeri e fruttati con bollicine più grossolane e meno persistenti; dunque una qualità sensibilmente inferiore ma con dei prezzi finali per il consumatore decisamente più abbordabili.
Brut o extra dry? Una questione di dosaggio
Come anticipato, durante la fase di rabbocco viene deciso se un vino spumante sarà brut o extra dry o uno degli altri dosaggi. È infatti la presenza di sciroppo zuccherino (liqueur d’expedition) che determina il dosaggio e quindi i residuo zuccherino finale che avrà il vino spumante.
Dal più secco al più dolce abbiamo:
- Brut Nature o Dosaggio zero o Pas Dosé (il rabbocco viene fatto solo con vino, senza sciroppo zuccherino): meno di 3 grammi di zucchero per litro.
- Extra Brut: fino a 6 grammi di zucchero per litro.
- Brut: fino a 12 grammi di zucchero per litro.
- Extra Dry: fra 12 e 17 grammi di zucchero per litro.
- Dry: fra 17 e 32 grammi di zucchero per litro.
- Demi Sec: fra 32 e 50 grammi di zucchero per litro.
- Dolce: oltre i 50 grammi di zucchero per litro
Differenza tra prosecco o spumante
Generalmente, il prosecco è un vino DOC o DOCG che ha necessariamente queste caratteristiche:
- deve essere prodotto esclusivamente con il metodo Martinotti.
- deve essere prodotto in determinate province del Friuli (Gorizia, Pordenone, Udine, Trieste) e del Veneto (Belluno, Padova, Treviso, Venezia, Vicenza).
- deve essere prodotto solo con particolari vitigni ovvero: Glera (il più importante), Verdiso, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Pinot Nero.
Inoltre il prosecco, oltre che vino spumante (e quindi con le caratteristiche indicate all’inizio dell’articolo) può essere anche vino frizzante; la differenza è principalmente un’effervescenza meno intensa dato la minore sovrapressione compresa tra 1 bar e 2,5 bar.
Può infine essere anche fermo, ovvero senza bollicine, quando parliamo di un Prosecco Doc Tranquillo.
Il vino spumante invece non ha queste limitazioni e quindi può essere prodotto con altre uve e in altre regioni d’Italia. Ciò che farà la differenza sarà il metodo di produzione utilizzato, dove il metodo classico assicura una qualità superiore ma anche un prezzo finale per il consumatore più alto.
Ecco perché, ad esempio, il Franciacorta costa generalmente di più di un Prosecco; il Franciacorta ha un processo di produzione molto più lungo, con una maturazione e affinamento sui lieviti non inferiore ai 18 mesi.
Il Qr Code come strumento per comunicare tutte queste informazioni
Se pensavi che la scelta fosse solo tra prosecco o spumante, ora sai che le variabili in gioco sono molto di più (e non abbiamo parlato di champagne o dei vini frizzanti).
In primis il metodo di produzione, che come abbiamo visto influisce in maniera decisiva sul risultato finale; ma ci sono anche altri fattori ugualmente importanti come il dosaggio o la scelta dei vini per la cuvée che meritano la giusta attenzione.
Il più delle volte, le etichette cartacee riescono a contenere tali informazioni, ma ci sono tanti altri aspetti di cui si dovrebbe parlare: ad esempio, se si selezionano solo vini bianchi, lo spumante prende la denominazione di Blanc de Blancs; oppure gli abbinamenti perché la bollicina non è solo pesce o aperitivo.
E ancora le fasi di lavorazione, il territorio, tutti aspetti che meritano di essere raccontati per capire a pieno cosa si sta bevendo.
L’innovativo Qr Code di QuvéeR permette di fare tutto questo, aggiungendo anche altre informazioni sulla Cantina, foto, video e permettendo anche di rispettare la nuova normativa sull’etichettatura del vino 2023 sempre con lo stesso Qr Code.
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