Tappo del vino, non esiste solo il sughero!

Il tappo del vino è stato oggetto di tanti cambiamenti nel corso degli ultimi anni. Difatti non è più cosi scontato trovare il classico tappo di sughero, bensì tappi di materiale sintetico se non addirittura in vetro.

È convinzione comune che la scelta di materiali differenti dal sughero sia sinonimo di bassa qualità, ma non è sempre così.

Il tappo rappresenta insieme alla bottiglia una componente del packaging essenziale per la corretta conservazione del vino nel tempo, evitando che il vino si deteriori e perda tutte le sue caratteristiche organolettiche.

Per questo motivo i produttori di vino sanno benissimo quanto sia importante scegliere dei tappi che siano in grado di assolvere tale compito ma anche per altri motivi davvero interessanti che vi spiegheremo in questo articolo.

Il tappo in sughero

Il tappo del vino per antonomasia,  il sughero è un materiale che si ricava in modo naturale dalla buccia delle cortecce di querce da sughero, con il Portogallo quale primo produttore al mondo (in Italia la Sardegna è la prima zona di produzione).

Ha notevoli proprietà di elasticità, permeabilità all’ossigeno e resistenza all’acqua. La sua microporosità permette una micro ossigenazione del vino e viene quindi utilizzato per i vini da invecchiamento in quanto contribuisce allo sviluppo dei ricercati aromi terziari da affinamento.

D’altro canto però può essere attaccato da un particolare fungo che è la causa di quell’odore sgradevole definito come “sentore di tappo”. La causa della presenza di tali muffe è dovuta principalmente a uno non perfetta igiene in fase di produzione del tappo, anche se negli ultimi tempi l’impegno dei sugherifici sta riducendo drasticamente tale problematica.

La realizzazione del tappo in sughero può essere fatta in diversi modi, dal tappo ricavato da un unico pezzo di sughero (monopezzo) a quello in agglomerato ovvero realizzato da più “pezzetti” di sughero tenuti insieme da agglomeranti alimentari.

 

Il tappo sintetico

La tipologia di tappo in polimeri plastici viene ritenuta ingiustamente di bassa qualità perché e spesso utilizzato su vini di primo prezzo, ma la realtà è ben diversa.

Non essendo poroso, limita al minimo la penetrazione di ossigeno dall’ambiente esterno nel vino; questo aspetto lo rende quindi una scelta non adatta ai vini da invecchiamento (notoriamente più costosi e pregiati). Sono invece una scelta ideale per i vini che non hanno particolari esigenze di evoluzioni in bottiglia ma che invece vanno bevuti giovani e spesso hanno un prezzo basso.

Per questo il collegamento “vino economico – tappo economico” in questo caso non rappresenta la realtà dei fatti, ma sono ben altri i motivi. Anche perché sono tanti i vantaggi che il tappo in materiale sintetico ha da offrire; innanzi tutto non sviluppa funghi e muffe (quindi non danno mai luogo al sentore di tappo), non si sgretolano, sono più economici del sughero e sono riciclabili al 100%.

 

Il tappo del vino a vite

Le funzionalità di questa tipologia di tappi sono molto simili a quelle del tappo sintetico, per questo la rendono una scelta ideale per qui vini che non si prestano all’invecchiamento.

Anche se poco usati in Italia, tale tipologia di chiusura viene utilizzata in maniera importante in Paesi quali Australia e Nuova Zelanda e anche USA e Sud Africa.

Il tappo è formato da una lamina di alluminio con al suo interno una guarnizione plastica che, a seconda del tipo, regola il livello di ingresso dell’ossigeno, una caratteristica che permette ai produttori di ottenere particolari risultati desiderati.

Un altro importante vantaggio, molto gradito da consumatori e ristoratori, è che può essere richiuso e messo in frigo, pronto per il successivo utilizzo; può inoltre essere aperto facilmente con le mani, senza l’utilizzo di un cavatappi, rendendolo molto versatile in pranzi all’aperto o pic-nic.

 

Il tappo del vino a corona

Quando pensiamo a questa tipologia di chiusura, non può che tornarci in mente il vino frizzante che il nonno imbottigliava in cantina. Metodo semplice ed economico, ma allo stesso tempo molto funzionale. La facilità di posa, la capacità di resistere a pressioni di 6/7 bar, l’assenza totale di muffe e sentore di tappo lo hanno reso una scelta versatile e sicura.

Sono composti da un rivestimento metallico (banda stagnata, alluminio o acciaio inossidabile) con all’interno una guarnizione realizzato in materiale plastico. Una volta fissato sulla baga del collo della bottiglia, il tappo consente una chiusura quasi ermetica. Grazie alla guarnizione interna, si verifica una perdita di anidride carbonica e un ingresso di ossigeno nella bottiglia, la cui quantità è determinata dal tipo di guarnizione scelta.

Da lungo tempo utilizzati durante le fasi di lavorazione del metodo classico, stanno tornando in voga per produzioni di nicchia in quei vini che subiscono un processo di rifermentazione in bottiglia.

 

Il tappo del vino in vetro

Sono forse i tappi più “chic” che il mercato possa offrire. Eleganti ma allo stesso tempo molto costosi rispetto alle altre soluzioni, la tipologia di vino su cui vengono applicati è sempre quella dei vini da bere giovani e freschi. È infatti totalmente ermetico e privo di rischi di muffe e funghi; la parte a contatto con il vino è sempre il vetro, lo stesso materiale della bottiglia, quindi sicuro e privo di qualsiasi cessione di odori e aromi.

Ha una forma a fungo simile ai tappi di spumanti e prosecchi con un anello di tenuta che ha il compito di aderire ermeticamente alla bocca della bottiglia. A completamento di questa tipologia di chiusura viene utilizzata una capsula in plastica come rafforza ulteriormente la chiusura ermetica.

Completamente riciclabile e facile da stappare senza l’utilizzo di un cavatappi, non sono elastici quindi devono essere realizzati specificatamente per le bottiglie su cui devono essere apposti, creando quindi ulteriori difficolta sulla linea di imbottigliamento e facendo lievitare ulteriormente il loro costo.

 

 

Esempio di tappo del vino in sughero

 

Quali sono i migliori tappi per imbottigliare il vino?

Come abbiamo potuto leggere, la scelta del tappo non è sempre e solo una scelta economica e non sempre rispecchia la qualità del vino.

Il tappo in sughero naturale, che nell’immaginario collettivo è sinonimo di qualità, non necessariamente è sempre la scelta migliore. Per i produttori di vino, avere diversi tipi di tappi a disposizione permette loro di raggiungere sapori e profumi ben precisi, in quanto possono scegliere quanto ossigeno far entrare nella bottiglia o addirittura di chiudere ermeticamente alcuni vini senza alcun influenza “esterna” come per il caso dei tappi in vetro.

Nonostante la varietà dei materiali utilizzati, tutte queste differenti tipologie di tappi possono essere riciclate se conferite nella raccolta giusta. Grazie all’etichetta ambientale obbligatoria dal 2023, il consumatore può sapere senza alcun dubbio dove buttare questi imballi.

Le Cantine più “smart” hanno deciso di fornire tali indicazioni tramite un’etichetta digitale collegata a un Qr Code, direttamente sullo smartphone del consumatore.

QuvéeR offre un servizio davvero completo che permette di comunicare queste e altre informazioni, in maniera semplice e professionale.

 

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